Bentornato in EcaTeta.it, la Community Under25 per approcciare l’educazione finanziaria e l’economia in modo semplice e chiaro. Proprio perché siamo una Community, l’argomento del blog-post di oggi è stato scelto dai membri sulla pagina Instagram. 🙂
Parliamo dei contratti di lavoro Under25!
Con quale contratto sei stato assunto l’ultima volta?
Quali sono le differenze tra un apprendistato e uno stage?
Scopriamole insieme, hai 5 minuti? 😎
Contratto di lavoro Under25, qual è il vantaggio?
Parlando nella Community su Instagram alla domanda: “Quale contratto di lavoro ti è capitato più frequentemente in questi anni?” alcuni di voi hanno risposto “in nero”.
Non è stupido e neanche da non considerare, ma lo ritengo il punto di partenza per un approccio consapevole della questione.
Se potessimo scorrere a piacimento per la retta del tempo che è la nostra vita, arriveremmo ad un certo punto in cui scatterà la pensione.
Quel momento in cui gli sforzi di una vita si comprimeranno in una somma di denaro al mese per accompagnarci nella vecchiaia.
Chi pagherà la tua pensione? Tu 🙃.
Esatto proprio tu che hai lavorato, anzi proprio lavorando.
I contratti infatti prevedono un obbligo contributivo pari a circa il 33% della retribuzione lorda. (Se non sai cosa sia guarda qui)
In questo modo lavorando verserai i contributi che pagheranno la tua pensione una volta che quello che chiami futuro diventerà presente.
L’apprendistato e il tirocinio: due mondi diversi
Spesso li confondiamo e non ce ne accorgiamo neanche. Credo sia importante fare chiarezza, luce su questa differenza. Apprendistato e tirocinio (stage) non sono la stessa cosa.
Il motivo è semplice: il tirocinio non è un vero e proprio contratto di lavoro.
Tirocinio / Stage
Lo stage è un periodo di orientamento al lavoro e di formazione che permette però al tirocinante una conoscenza diretta di una professione o di un mestiere.
Non si configura in alcun modo come un rapporto di lavoro subordinato.
Uno stage è frutto di un accordo tra l’ente promotore (esempio Università) e l’ente ospitante (esempio Azienda X).
Si accompagna, infatti, di un progetto formativo redatto dal soggetto ospitante e dal tirocinante dove sono stabiliti i rispettivi diritti e doveri.
Quali sono le caratteristiche principali?
Lo stage ha una durata minima di 2 mesi, non esistono licenziamenti o dimissioni e nemmeno una retribuzione ma un’indennità per un minimo di 300 euro mensili.
Il tirocinante non matura né contributi previdenziali né Tfr (sempre perché non è un vero rapporto di lavoro).
Contratto di Apprendistato
Siamo arrivati al primo contratto, sicuramente il più usato per i ragazzi della nostra età (dai 15 ai 25 anni).
La normativa attuale prevede tre forme distinte di apprendistato:
- Per la qualifica e per il diploma professionale:
- Contratto di apprendistato professionalizzante
- Per l’alta formazione e ricerca
Non andrò nel merito di ogni tipologia, sarebbe dispendioso, noioso e ci perderemmo in inutili particolari perdendo di vista il quadro generale dei contratti di lavoro under25 che ci interessano.
Ma perché il contratto di apprendistato è così tanto utilizzato?
Questo contratto (il più delle volte) prevede una durata massima di 3 anni e ha delle agevolazioni contributive favorevoli sia per l’apprendista che per l’azienda che assume.
Essendo un contratto di lavoro propriamente detto, l’apprendista ha diritto, come tutti i lavoratori dipendenti, alla copertura assistenziale, previdenziale, all’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro ecc..
La retribuzione varia in base al tipo di contratto di apprendistato, alla qualifica da conseguire e al livello di inquadramento.
Solitamente è di due livelli inferiore rispetto a un lavoratore qualificato che svolge la stessa attività.
Alcuni CCNL (Contratti collettivi nazionali del lavoro) prevedono la retribuzione in percentuale sempre rispetto ad un altro lavoratore con esperienza lavorativa che svolge la stessa attività dell’apprendista. Al termine del periodo di apprendistato la retribuzione è la stessa del lavoratore qualificato.
Contratto a chiamata
Probabilmente già conoscerei questo tipo di contratto e forse ti sarà capitato di essere assunto in questo modo.
Vediamone le caratteristiche principali, per rendercene conto e conoscerlo da vicino! 😉
Si ricorre a questa tipologia di contratto di lavoro quando il datore di lavoro ha necessità di utilizzare un lavoratore per prestazioni con una frequenza non predeterminabile, chiamandolo all’occorrenza.
Può essere stipulato con lavoratori con età fino ai 25 anni non compiuti ed è ammesso per un periodo complessivamente non superiore alle 400 giornate nell’arco di tre anni solari ad eccezione di alcuni settori di attività come il turismo e lo spettacolo. Nel caso in cui sia superato questo periodo, il rapporto di lavoro intermittente si trasforma in un rapporto a tempo pieno e indeterminato.
Se il contratto è stipulato con l’obbligo di rispondere alla chiamata è previsto il riconoscimento di una “indennità di disponibilita” da corrispondere al lavoratore nei periodi in cui non svolge l’attività.
Ma stai tranquillo, la quasi totalità dei contratti a chiamata non prevede l’obbligo di risposta.
La retribuzione, il TFR e i contributi pensionistici saranno ovviamente proporzionali alla ore di lavoro effettuate.
In particolare la retribuzione deve essere analoga a quella di un lavoratore di pari livello e con le stesse mansioni ma non intermittente.
Contratto di lavoro extra o di surroga
Se ti dovesse capitare di lavorare in una fiera, manifestazione o anche bar, ristoranti, chalet per brevissimo tempo, potresti trovarti nella giusta condizione per stipulare questo contratto.
Come ho scritto nel primo paragrafo, lavorare in nero non conviene.
Anche per brevi periodi di tempo si può lavorare versando i contributi regolarmente.
Questo contratto ha durata massima di 3 giorni, non prorogabile.
Si possono stipulare più contratti di surroga sempre se si tratta di evento causato da forza maggiore ovvero motivato da un evento imprevedibile.
La retribuzione spettante al lavoratore extra è di norma oraria e comprende nel suo importo oltre all’effettiva retribuzione per il lavoro prestato, anche le retribuzioni indirette (13ma e 14ma) ed il TFR.
Superclassico: tempo determinato e indeterminato
Credo tu li conosca, non c’è molto da dire ma per avere un quadro generale e sviluppare l’argomento completo era doveroso parlarne, dedicare alcune righe anche a questi contratti.
Sia part-time che full-time sono considerati come i “tradizionali” contratti di lavoro.
La riforma Fornero (L. 92/2012) ribadisce che “il rapporto di lavoro a tempo indeterminato rappresenta la forma comune di rapporto di lavoro”.
La differenza generale tra i due è insita nel nome e non ha bisogno di altri commenti, giusto? 😅
Nello specifico il contratto a tempo determinato ha durata massima di 24 mesi. Può essere stipulato per durate inferiori ed eventualmente prorogato alla scadenza (fino a 4 proroghe), senza però superare complessivamente la durata di 24 mesi.
Per instaurare un rapporto di lavoro a tempo determinato occorre una motivazione/causale (motivi tecnici e organizzativi, per sostituzione di lavoratori assenti, per esigenze connesse a incrementi temporanei significativi e non programmabili dell’attività) tranne nel caso in cui la durata sia fino a 12 mesi, in questo caso il contratto si chiama “acausale”.
Rispetto al contratto a tempo indeterminato, il contratto a tempo determinato “costa” l’1,40% in più di contributi previdenziali.
Spero che ora i contratti di lavoro under25 ti siano più chiari e avrai fatto un po’ di ordine tra le idee che prima erano confuse.
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Alla prossima 👋
Fonti:
Differenze stage e apprendistato
Apprendistato
Contratto lavoro extra
Contratto a chiamata